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In programma una lunga serie di eventi celebrativi, dalla presentazione dell’Anno Golgiano 2006 presso il Quirinale, all’inaugurazione del Museo Golgi a Córteno, patria natale in alta Valcamonica.



L’anno prossimo, il 2006, ricorre il centenario dell’assegnazione ai primi due Italiani del Premio Nobel, lo scienziato Camillo Golgi e il poeta Giosuè Carducci, insigniti nel 1906. A noi interessa quello che dei due è il meno noto: il grande istologo e patologo Golgi. Nato nel 1843 a Córteno (che proprio da lui mutuerà nel 1956 il “cognome” Golgi), bella località montana dell’alta Valcamonica ai confini con la Valtellina, poi trasferitosi a Pavia, città universitaria che rimarrà la sua patria elettiva per tutta la vita e il cui prestigio egli contribuirà notevolmente ad accrescere, è stato nel panorama scientifico a cavallo tra 1800 e 1900 una delle più grandi figure di ricercatore a livello europeo e mondiale.



Scopritore nel 1873 del rivoluzionario metodo della cosiddetta Reazione Nera per la colorazione e la perfetta visualizzazione della struttura nervosa – tecnica che si diffuse assai lentamente in Europa e nel mondo anche a causa della scarsa conoscenza della nostra lingua e la limitata diffusione della stampa scientifica sulla quale venne pubblicata – fu proprio questo che gli valse trentatre anni dopo il premio Nobel. Con la sua principale invenzione Golgi aprì la strada a una serie infinita di studi e scoperte a cascata nel campo delle neuroscienze e consentì alla biologia di fare un balzo epocale, poiché il suo metodo era davvero pionieristico e ancora cinquanta anni dopo rimaneva insuperato.



Ma “fin dai primi anni di attività scientifica l’attenzione di Golgi non si limitò al sistema nervoso centrale bensì, con quell’ampiezza d’interessi che lo contraddistingueva e che più chiaramente emergerà negli anni successivi, già era rivolta anche ad altri molteplici argomenti, in particolare alle malattie contagiose”. Sono le parole del professor Paolo Mazzarello, storico pavese della Medicina che nel 1996 ha scritto una ponderosa biografia scientifica sul grande studioso camuno-pavese, dopo quella bresciana di Goldaniga-Marchetti nel 1993.

Golgi, tra il 1885 e il 1889, diede infatti un contributo sostanziale alla soluzione del problema malaria. Dapprima scoprì la correlazione tra riproduzione del plasmodio della malaria e l’accesso febbrile svelando così il segreto dell’intermittenza delle febbri malariche. L’anno seguente, dava comunicazione di quella che verrà chiamata legge di Golgi: ogni qualvolta si verifica un accesso febbrile avviene la segmentazione del protozoo malarico.



In seguito scoprì il ciclo evolutivo del parassita, che nella febbre terzana si riproduce in 48 ore e nella febbre quartana in 72 ore (ciclo di Golgi), individuando due diversi tipi di sviluppo. Dal punto di vista clinico-terapeutico il contributo degli studi di Golgi fu determinante poiché col semplice esame del sangue si diagnosticava la specie di parassita e, somministrando il chinino qualche ora prima dell’accesso febbrile, si evitava la riproduzione del plasmodio estinguendone l’infezione.

La sua terza grande scoperta fu, nel 1898, il cosiddetto Apparato Reticolare Interno. Golgi individuò nel citoplasma delle cellule nervose una struttura microscopica, composta da un intreccio di filamenti, di placche e granuli, detto in seguito Complesso di Golgi. Questa nuova scoperta venne messa in discussione per oltre 50 anni, sino al 1952, allorquando il microscopio elettronico ne sancì l’effettiva esistenza.



Molti altri furono i determinanti contributi alle scienze mediche forniti da Golgi, tra i quali ci limitiamo a ricordare lo studio dei reni, l’individuazione di due distinti tipi di cellule nervose, la scoperta delle terminazioni sensitive nei tendini, fatto quest’ultimo che “da solo, avrebbe dato la celebrità a un uomo”, come ebbe a dire il patriarca tedesco della biologia ottocentesca Rudolph Albert von Koelliker, grande amico e mentore di Golgi.



Golgi fondò a Pavia una vera e propria scuola, che “nel panorama della scienza italiana ha il corrispettivo soltanto in quella romana di fisica nucleare raccolta intorno a Enrico Fermi (1901-1954) nell’Istituto di Via Panisperna e in quella torinese di Giuseppe Levi (1872-1965), nella quale iniziarono i loro studi i premi Nobel Salvador Luria (1913-1991), Renato Dulbecco e Rita levi Montalcini”. (Mazzarello)



Come uomo pubblico, Golgi prestò la sua infaticabile opera prima nell’amministrazione comunale di Pavia, poi come senatore del Regno, indi come membro e poi presidente del Consiglio superiore di Sanità. In una lettera ad un caro amico scrisse che amava la sua terra natia quanto la Medicina e le sue scoperte; per questo ritornò sempre a Córteno e nella vicina Aprica, dove soggiornò in albergo ininterrottamente ogni estate dal 1880 al 1912. Qui si prodigò nell’aiuto ai più bisognosi con visite mediche gratuite (durante la fanciullezza aveva accompagnato il padre medico condotto nell’assistenza ai malati attraverso le dieci frazioni del paese), fondò l’asilo di Córteno, s’interessò a certe acque termali e perorò la costruzione della ferrovia a scartamento ridotto Édolo-Tirano, progetto che fu sul punto di essere realizzato, ma che poi fallì a causa di invidie locali.



Commovente la descrizione dei festeggiamenti che tutta Córteno e la Valcamonica gli tributarono il 9 agosto 1907. Di questo episodio si può trovare descrizione nella recente ristampa del libro “Personaggi di ceppo cortenese” di Giacomo Bianchi, così come molti altri fatti, aneddoti, fotografie e documenti inediti si troveranno a breve su un nuovo libro biografico dal probabile titolo “Golgi, il Nobel nato tra i monti” a opera del sottoscritto.



Imponente il progetto delle iniziative di celebrazione promosso dalle Università degli Studi di Brescia e Pavia, dalla Fondazione Camillo Golgi, dall’Istituto Bresciano per la Ricerca Biomedica e dal Sistema Museale di Ateneo di Pavia. Esso prevede almeno una dozzina di eventi tra convegni e simposi scientifici internazionali lungo tutto l’arco del 2006, a cominciare dalla presentazione dell’iniziativa, denominata b>“Cento Anni di Nobel” presso il Quirinale il 6 dicembre prossimo (data da confermare), per continuare il 30 Gennaio 2006 con la conferenza “II finanziamento della ricerca in Italia” a Brescia, presso la Sala Conferenze della Banca Lombarda, col seguente programma:



Presentazione della figura di Camillo Golgi da parte dello studioso Paolo Mazzarello

Intervento del Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Enrico Garaci

Lettura ai giovani per la ricerca in Italia – Rita Levi Montalcini

Conferimento di una medaglia al valore alla Segretaria di Rita Levi Montalcini




Tra le molte iniziative previste dovrebbe inserirsi anche quella dell’inaugurazione del Museo Camillo Golgi a Córteno, probabilmente nella primavera-estate 2006, in concomitanza con uno dei consessi scientifici.







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