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Nella seconda giornata di gare, sulla pista “Deborah Compagnoni” di Santa Caterina Valfurva, la più veloce di tutte è stata la sorridente Anja Paerson. La paffuta “svedese volante” si è aggiudicata la medaglia d’oro nel supergigante iridato, ma alle sue spalle hanno prevalso i colori azzurri, con tre atlete italiane nelle prime cinque piazze.

Lucia Recchia, classe 1980, è salita sul secondo gradino del podio grazie ad una prova convincente e senza sbavature. La nostra azzurra ha controllato appieno le pressioni, l’emozione dell’evento: su di lei si concentravano le speranze di medaglia dello sci in rosa. Risultato storico per la squadra in generale, con Nadia Fanchini al 4° posto e la campionessa Isolde – finalmente una gara da Kostner – al 5°.



E’ stata proprio la Fanchini a mantenere per parecchi minuti la testa della classifica provvisoria. La giovane 18.nne, che nel corso della stagione era entrata nelle 15 in Sg a Cortina, è scesa con il pettorale numero 4 ed ha dovuto attendere la discesa di Julia Mancuso (bronzo al termine della gara) per essere scalzata dalla vetta del mondo. Con il 21 è giunta sul traguardo la brava Lucia, evidentemente soddisfatta; a seguire la forte svedese che è stata più veloce dell’italiana di 45/100.



A quel punto dovevano ancora scendere le più forti: in quota, ai 2335 metri slm del cancelletto di partenza, i nomi di spicco della specialità, vale a dire Ertl, Berger, Montillet, Meissnitzer, Kildow, Gerg, Dormeister e Goetschl. Uno sguardo alla classifica finale fa comprendere la Caporetto di questo gruppo di atlete con Ertl, Montillet, Meissnitzer e Dorfmeister uscite anzitempo; Kildow e Berger rispettivamente al 9° e 11° posto e la regina dello sci Renate Goetschl in 23.ma posizione.



La seconda giornata di gare ha potuto contare su di un pubblico più caloroso e numeroso della prima, assiepato nella orribile zona d’arrivo della pista di Santa Caterina. Già perché è difficile dire di meglio di una struttura che tra cemento, posizione – il traguardo è su un ponte – e logistica – gli spettatori vi accedono direttamente dalla strada, tra auto, bus e camion di passaggio – appare come un perfetto esempio di caos. Un vero e proprio scempio. Come ormai noto la realizzazione di questa pista porta con sé strascichi sino in seno alla Corte d’Europa, perché dell’ambiente qualcuno se ne è altamente infischiato. Ma qui siamo nel Parco Nazionale dello Stelvio e questa appartenenza non può essere accantonata all’occorrenza e recuperata all’abbisogna.



In pista, tra porte e traiettorie, i Campionati del Mondo di Sci Alpino dell’Alta Valtellina sembrano convincere gli addetti ai lavori, ma fuori dai tracciati si ha la sensazione che qualcosa non giri per il verso giusto. Staremo a vedere, i giochi, del resto, sono appena cominciati.



La gioia di Lucia



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