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Percorrendo la strada statale 23 della Val Chisone si raggiunge il sito olimpico di Pragelato che si trova a circa un’ora da Torino e a 1.535 m di altitudine. Entrando nel paese, subito dopo la piazza centrale, sono visibili sulla sinistra i cantieri dell’imponente impianto di salto, prima struttura di questo genere nelle Alpi Occidentali, che prevede la realizzazione di due trampolini olimpici K120 e K95, i cui numeri stanno ad indicare la lunghezza massima in sicurezza del volo dell’atleta, e di tre trampolini K60, K30 e K15 riservati all’allenamento. Per allestire quest’opera olimpica è stato realizzato uno scavo di 120 mila metri cubi, sono stati utilizzati più di 7 km di micropali, oltre 10 mila metri cubi di calcestruzzo e una ventina di mezzi tra cui quello innovativo del “blondin”, un enorme carro ponte sospeso con le funi in grado di trasportare i blocchi prefabbricati della pista di atterraggio e i reticoli in acciaio delle rampe di lancio. Grazie all’impiego di questo sistema, usato anche per la costruzione delle dighe, è stato possibile dare un’accelerazione ai tempi di lavoro ma soprattutto posizionare con la massima attenzione e precisione le gigantesche strutture dell’impianto. Ultimato il completamento delle costruzioni di base del trampolino, si sta lavorando per rivestire le rampe di atterraggio con i tappeti di erba sintetica dei trampolini di gara K120 e K95, che dovranno essere terminati e pronti all’uso entro ottobre 2004 quando avverrà l’omologazione dell’impianto.

La struttura sportiva sarà corredata da una serie di ulteriori realizzazioni che ospiteranno gli atleti, i media, gli sponsor, il pubblico e da un nuovo Centro Federale di specialità con l’obiettivo di incentivare la formazione di nuovi atleti di salto, disciplina poco conosciuta e praticata nelle nostre zone.

L’avanzamento dei lavori ha permesso di verificare in concreto quello che sarà l’impatto ambientale della struttura e molti pragelatesi, inizialmente molto scettici, si sono ricreduti e considerano in modo positivo la realizzazione e il futuro dell’impianto olimpico.







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