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Lo scorso 30 ottobre a Milano, nella sede del Corriere della Sera è stato reso omaggio a Maria Grazia Cutuli, la giornalista uccisa in Afghanistan nel 2001 a 39 anni. Alla presenza  del direttore del «Corriere», Paolo Mieli, e di Mario Cutuli, fratello della giornalista uccisa, sono stati nominati i vincitori del “Premio internazionale di giornalismo” a lei dedicato e giunto alla sua quarta edizione.

I tre vincitori dell' edizione 2008, sono stati: l'israeliano Nahum Barnea, del quotidiano «Yedioth Ahronot», al quale e andato il premio per la stampa estera, per il rigore e l' attitudine al dialogo, da esso sostenuta anche di fronte alla morte del figlio ventenne, ucciso nel'96 in un attentato kamikaze di cui lui, il padre, si trovò a dover fare la cronaca; a Monica Maggioni, inviata del Tg1, quello per la stampa italiana, per l' impegno su fronti caldi come l' Iraq e a Vincenzo Marannano, quello per il giornalista siciliano emergente, per gli articoli sulla mafia pubblicati sul settimanale «S»..

Nell’occasione sono stati annunciati anche i vincitori della sezione tesi di laurea, vinta dall’ossolano di Macugnaga, dottor Francesco Marone dell'Università degli Studi di Pavia, con la sua tesi su “La politica degli attacchi suicidi: il caso palestinese”, da Francesca Ghirardelli per la laurea specialistica e Chiara Durano per la laurea triennale.

Tutti i vincitori si ritroveranno il pomeriggio del 22 novembre nella Casa del Vendemmiatore di Santa Venerina, paese dove riposa Maria Grazia, per la cerimonia di premiazione, condotta dalla giornalista del Tg2 Adele Ammendola.

Mario Cutuli ha voluto ricordare, oltre al Premio, anche le altre iniziative della Fondazione che porta il nome della sorella -di cui fanno parte anche Rcs Quotidiani, Banca Nuova, Comune di Roma, Regione Siciliana, Provincia Regionale di Catania, Confindustria Sicilia, Odg, Fnsi, Comune di Santa Venerina e i quattro atenei siciliani-: il corso per giornalisti in aree di crisi e il progetto, ideato con il Comune di Roma e messo in campo per il 2009, di avviare azioni umanitarie. La prima di queste azioni saranno i bambini dell' Afghanistan.

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