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Riprende il 29 novembre alle 20 la trasmissione di Rai tre Valle d’Aosta “Quimontagne”, il settimanale che racconta la montagna, curato da Renzo Canciani e Pietro Giglio. Giunto alla sesta edizione, è il programma più longevo e più seguito della trentennale programmazione televisiva regionale valdostana. L’appuntamento per la prima puntata della nuova serie è per il 29 novembre alle 20 su Raitre.

I dati parlano chiaro: le circa 250 puntate trasmesse in cinque anni sono state viste complessivamente da circa un milione e mezzo di telespettatori, con uno share medio del 16%, raggiungendo picchi di ascolto del 37% e per di più – come ha sottolineato Renzo Canciani, direttore della sede regionale della Rai – in un orario, tra le venti e le venti e trenta, in concorrenza con alcuni telegiornali nazionali.

Oltre alla regia di Pietro Giglio, giornalista e guida alpina, ideatore e curatore della trasmissione con Renzo Canciani, il montaggio e il progetto grafico sono opera dei tecnici della sede Rai, che si è avvalsa, per la grafica delle ultime edizioni dell’opera di Mirko Chizzo e della voce fuoricampo di Katy Paillet.

Proprio sull’onda di questo successo, durante la presentazione della nuova edizione, Renzo Canciani ha lanciato l’idea di un programma televisivo di più ampio respiro, perché spesso il discorso sulla montagna a livello televisivo nazionale è frammentario e malgrado offra innumerevoli spunti, di fiction “di montagna” nemmeno l’ombra.

"Un progetto che riproponiamo da oltre dieci anni, che valorizzi la montagna attraverso il coinvolgimento di altre sedi che operano nell’arco alpino, quali Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, per interessare una platea più ampia a queste tematiche. In tal senso “Quimontagne” è un progetto pilota, in cui Pietro Giglio è riuscito a parlare di montagna, senza gridare, con rispetto e attenzione, facendola uscire dall’ambiente ristretto degli addetti ai lavori", ha concluso Canciani.

A Pietro Giglio non è restato che ringraziare quanti tra alpinisti e montanari, enti pubblici e associazioni private abbiano collaborato in questi anni segnalando eventi, situazioni, iniziative. "Percorrendo le montagne, quasi sempre a piedi, osservo, ascolto e registro le storie e dopo sei anni ci sono ancora storie da raccontare sulla montagna e sulla Valle d’Aosta in particolare, una regione laboratorio osservata e invidiata da molte altre".  A sottolineare l’importanza del programma erano presenti, tra gli altri, il presidente della Regione Luciano Caveri e il presidente generale del Cai, Annibale Salsa.

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