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Da poco conclusi i mondiali di sci a St.Moritz, sguardo puntato all’orizzonte ed in particolare al 2005 e 2009. Il governo regionale della Carinzia ha infatti deciso di impegnarsi per una candidatura comune della regione di frontiera Carinzia, Friuli Venezia Giulia e Slovenia per lo svolgimento dei campionati del mondo di sci 2009. Nei prossimi mesi, stando a quanto sostenuto dal capo del governo della Carinzia Haider, si terranno colloqui tra rappresentanti di governo e referenti dello sport delle tre regioni per la messa a punto di una strategia concreta. Località di svolgimento delle gare dovrebbero essere: Kranjska Gora per la Slovenia, Tarvisio per l’Italia e Bad Kleinkircheim per la Carinzia. Quest’ultima regione avrebbe già stanziato, stando sempre a quanto affermato dal capo di governo, massicci investimenti nel potenziamento delle infrastrutture invernali per il turismo.

Ma nel frattempo il dibattito si fa rovente in Valtellina, regione alpina che ospiterà i campionati edizione 2005. “In un sol giorno, venerdì 21 febbraio, il bosco di Valfurva è caduto per far posto alla pista per la discesa femminile dei Mondiali di Sci 2005: un intervento autorizzato in breve tempo da tutte le amministrazioni locali, incluso il Parco Nazionale dello Stelvio, per rispondere ad una esplicita richiesta della FIS (Fédération Internationale de Ski), che già un anno fa non aveva voluto prendere in nessuna considerazione la possibilità di fare uso degli tracciati già utilizzati nei Mondiali del 1985”. A comunicarlo è Francesco Pastorelli di Cipra Italia, in un comunicato pubblicato su www.alpmedia.net. Dinnanzi ad una tale devastazione non si può che rimanere sbigottiti. E’ questo forse il risultato di molti anni di sforzi, di incontri e confronti per fare in modo che lo sviluppo territoriale si potesse avvalere di strumenti quali, ad esempio, la valutazione di impatto ambientale? Si è parlato per anni di progettazione partecipata, di sviluppo socio economico locale basato sulle forze interne ad un territorio ed i risultati sono questi? Evidentemente queste grandi manifestazioni sportive, che ciclicamente balzano alle cronache alpine, muovono capitali ed interessi troppo grandi, dietro ai quali una pineta abbattuta può essere nascosta e rimossa silenziosamente. Da oltre un anno le associazioni ambientaliste italiane denunciano pubblicamente il rischio di gravi impatti ambientali associati ai Mondiali di sci in Valtellina. In particolare Legambiente sottolinea la mancanza di una consulta ambientale aperta alle associazioni, apertura che invece si può riscontrare nella recente esperienza engadinese, che ha viste coinvolte, sin dalla fase progettuale, molte associazioni locali e ambientaliste.

Pubblichiamo di seguito la lettera aperta di Cipra Italia, rivolta al presidente della FIS (Federazione Internazionale dello Sci), con cui si chiede un intervento della Federazione a favore di una maggior attenzione ambientale ai Mondiali 2005 in Valtellina.

“Torino, 24 febbraio 2002. Egregio Signor Kasper, nel corso del 2002 più volte le maggiori associazioni ambientaliste italiane (Legambiente, Mountain Wilderness, Italia Nostra, WWF) hanno denunciato pubblicamente il rischio di gravi impatti ambientali associati alle competizioni dei Mondiali di sci in Valtellina del 2005. Anche CIPRA Internazionale, nella sua autorevole veste di federazione internazionale delle ONG alpine, ha segnalato tale rischio lo scorso aprile, chiedendo alla Sua Federazione, anche alla luce del codice di autoregolamentazione ambientale adottato dalla FIS stessa, di adoperarsi presso i promotori locali dell’evento affinchè venissero perseguite le opzioni a minore impatto ambientale, e perchè i progetti delle opere fossero discussi e resi pubblici alle organizzazioni e alla società civile valtellinese.

Ci spiace purtroppo constatare che, a quanto abbiamo potuto verificare, nessuna risposta è giunta dalla FIS alle richieste fatte da CIPRA internazionale e dalle organizzazioni ambientali italiane. Al contrario, fino ad oggi tutte le progettazioni sono state tenute riservate, non è stato attivato alcun tavolo di confronto con la società civile, non sono state date risposte alle formali richieste di accesso agli atti, in questo modo violando l’importante principio della trasparenza, previsto dalla legislazione italiana per il comportamento a cui deve ispirarsi la Pubblica Amministrazione.

Le scriviamo oggi, dopo aver assistito al taglio del bosco di Valfurva in cui sorgerà la nuova pista per la discesa femminile: un intervento autorizzato in breve tempo da tutte le amministrazioni locali, incluso il Parco Nazionale, per rispondere – a quanto riportato dai media – ad una esplicita richiesta della FIS, che già un anno fa non aveva voluto prendere in nessuna considerazione la possibilità di utilizzare tracciati alternativi con minori impatti ambientali.

Anche se la decisione di tagliare il bosco rappresenta prima di tutto una grave responsabilità delle amministrazioni valtellinesi e del Parco Nazionale, crediamo che l’atteggiamento di chiusura al confronto e l’assenza di risposte alle istanze ambientaliste da parte della FIS abbia contribuito non poco a legittimare questa decisione.

Giudichiamo molto cinico e imprudente il fatto che la FIS non abbia fatto sentire la propria voce per impedire che fossero realizzate gravi compromissioni, in nome dei Mondiali, all’interno del più grande Parco Nazionale delle Alpi Italiane. Ciò, una volta di più, consolida il nostro giudizio, già espresso in altre occasioni, circa l’incompatibilità tra i grandi eventi sportivi e la vulnerabilità dell’ambiente alpino.

Ci sembra doveroso informarLa di questa situazione, perchè crediamo che la Sua Federazione possa ancora intervenire per imporre agli organizzatori un cambiamento di impostazione, una maggior attenzione ai valori naturalistici e paesistici, una maggior disponibilità a coinvolgere la società civile nelle scelte. Solo questo potrà evitare che l’evento dei Mondiali 2005 in Valtellina faccia parlare di sé più per il danno provocato all’ambiente che per i suoi esiti sportivi e spettacolari. Damiano Di Simine, Presidente CIPRA Italia”








Fonte:

CIPRA Italia, info: www.legambiente.org





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