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Il freeride ha letteralmente cambiato il mondo degli sport invernali, rivoluzionando discipline come lo sci e lo snowboard. Più che uno sport, è un movimento, più che uno stile, è una filosofia a diffusione mondiale, che predilige i grandi eventi internazionali, riti collettivi che celebrano un nuovo modo per vivere la montagna.

Lo scorso 7 gennaio, sulle nevi canadesi di Revelstoke è iniziata ufficialmente la grande avventura dello Swatch Freeride World Tour by The North Face, la vetrina più importante del freeride mondiale. Il circuito, che prevede sei tappe in tutto il mondo, sbarcherà il 18, 19 e 20 gennaio a Courmayeur, unica tappa in Italia.

Non servono halfpipe e salti artificiali, la montagna offre tutto ciò di cui un rider ha bisogno per volare giù per i pendii naturali, nella neve alta, sfidando rocce e pendenze, disegnando da sé il proprio tracciato e lasciando la propria traccia come firma.

La grande spettacolarità delle evoluzioni dei rider regala a questo sport un fortissimo appeal soprattutto tra i giovani, che testimoniano la loro passione attraverso i social media come Facebook, Twitter, Instagram: il fenomeno ha assunto le proporzioni di un movimento, una community virtuale che condivide video, fotografie e impressioni. Questa rete informale di utenti attivi concorre a moltiplicare la portata dell’evento, che può essere seguito in diretta attraverso i canali ufficiali, come il sito e i profili sui canali social.

Un po' di storia. Molte cose sono cambiate dagli anni ’30 e ’40, quando il campione di sci alpino Emile Allais e la sua compagnia di amici, i pionieri del fuoripista estremo, partivano coraggiosamente all’assalto di guglie e couloirs sulle cime del Monte Bianco, che fin dagli esordi ha rappresentato il sogno di ogni freerider. Con Sylvain Saudan, Patrick Vallencant, Bruno Gouvy e  Jeanmarc Boivin, che negli anni ’70 hanno fatto la storia di questa disciplina, il freeride ha cominciato ad acquistare una dimensione globale. Negli stessi anni nasceva lo snowboard, che nella sua versione iniziale, in assenza di lamine, poteva essere utilizzato solo su neve fresca. La sua successiva evoluzione non ha cancellato questo primitivo imprinting: anche oggi il feeling tra snowboard e freeride è totale. Nel decennio successivo è agli americani come Bill Briggs e Steve McKinney che dobbiamo l’affermazione in tutto il mondo di un’estetica, una way of life e uno spirito freeride. Di anno in anno, complice il supporto delle aziende produttrici, i rider hanno espresso un controllo e un’abilità sempre maggiori, portando queste specialità a livelli mai visti. Si organizzano i primi grandi eventi e competizioni, come, nel 1991, la famosa WESC, World Extreme Ski Championships dell’Alaskan Wasatch.

La nascita del Freeride World Tour, nel 2008, è stata una pietra miliare. Quella del 2013 è la prima edizione unificata a livello mondiale, dal momento che il nuovo tour ora raduna i top rider e i campioni delle ultime edizioni del Freeride World Tour, ma anche del Freeskiing World Tour e The North Face Masters of Snowboarding. Così le due grandi scuole del freeride, quella americana e quella europea, si sono riunite sotto un unico grande circuito.  

I criteri di valutazione. I punteggi sono assegnati in base a un sistema che tiene conto anche delle condizioni della neve e dell’esposizione, che sono determinanti in una performance. Sono cinque i parametri che dipendono invece dall’abilità del concorrente, e che ne possono determinare la vittoria: la difficoltà della linea scelta, il controllo del mezzo, la fluidità della discesa, i salti acrobatici e le cadute. E’ tale la difficoltà di questo sport che anche queste ultime sono importanti, la loro valutazione infatti  cambia a seconda del fatto che siano strategiche, e quindi pianificabili per evitare una situazione di pericolo, oppure dei semplici errori di esecuzione.

La sicurezza è un imperativo assoluto, e perciò le aziende produttrici di sci e tavole da snowboard sono impegnate in una costante ricerca sui materiali e le attrezzature più adatte, in grado di rispondere a standard sempre più elevati.

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