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La lama delle piccozze Grivel è forgiata nella fucina oggi come un tempo. Fabbri da generazioni la Grivel continua a lavorare le lame delle piccozze in modo tradizionale. L’acciaio scaldato, battuto dal maglio, raffreddato e arroventato nuovamente, si tempra e assume robustezza mentre la materia si plasma in una forma che in più di un secolo si è evoluta per prestazioni sempre maggiori.

La piccozza deriva infatti dalla fusione di due strumenti, l’apenstock e l’ascia, con cui i primi scalatori come Balmat e Paccard, i conquistatori del Monte Bianco, intagliavano gradini nel ghiaccio. Un secolo dopo Whymper usava la piccozza, ma con la paletta disposta ancora verticale al manico, come nell’ascia. Mentre gli alpenstock continuavano a sopravvivere, la paletta delle lunghe piccozze si disponeva orizzontalmente al manico. Dopo l’invenzione dei ramponi che modificarono la progressione su ghiaccio, con le piccozze si intagliavano meno gradini, e il manico, sempre di legno, si accorciava un po’. Le foto d’epoca ritraggono piccozze dai lunghi manici di legno in vetta agli ottomila, dall’Everest al K2.

Bisognerà attendere gli anni Settanta perché avvenga la rivoluzione. In Scozia, alla fine degli anni Sessanta, Hamish McInnes nel suo laboratorio di Glencoe in Scozia inizia a produrre cortissime piccozze in metallo, formidabili sulle gullies scozzesi. Sulle Alpi per i couloir e le cascate di ghiaccio, che iniziano appena ad ispirare gli scalatori, serve qualcosa con un manico più lungo. il vecchio Germain Charlet si lascia convincere a costruire una piccozza dal manico corto (meno di mezzo metro) e con la becca curva.

Le nuove piccozze, in pochi anni, permettono sempre nuovi exploit per velocità e difficoltà di progressione. Si trasformano la becca, inclinata, a banana, il manico, ormai in metallo e diversamente incurvato  a seconda della prestazione richiesta, le impugnature: i “monster” per l’arrampicata estrema su ghiaccio, per le gare di velocità e per il dry tooling sono ormai nati.

Le lame si inclinano, si intagliano denti e si affila la punta per farla penetrare meglio nel ghiaccio, ma sempre forgiando la piccozza a caldo, come tradizione comanda.

In questo video Stevie Haston ci accompagna nella fucina di Grivel a veder nascere una piccozza, sicura, di forma appropriata e resistente per divertirsi sempre di più.

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