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Cortina d’Ampezzo – La Torre Trephor non esiste più. La guglia di pietra staccata della Quarta Bassa delle Cinque Torri di Cortina , nota agli arrampicatori di tutto il mondo, si è spaccata in tre parti improvvisamente venerdì notte scorso, quando Cortina tutta stava salutando gli Scoiattoli in partenza verso il Karakorum per tentare di salire sulla vetta del K2.

Molti increduli sono saliti subito in zona (ancora ben innevata) per verificare: il punto ottimale di osservazione è di fronte, alle pendici della Tofana di Rozes. Da lì Franco Gaspari, guida alpina di Cortina, ha osservato attentamente la zona con un potente binocolo.

“E’ proprio così – commenta Gaspari -, la Torre Trephor non c’è più. I pezzi sono sparsi al suolo. Probabilmente c’è stato un cedimento del terreno che ha determinato l’inclinazione della guglia ed il crollo”. Le Cinque Torri sono dei blocchi di Dolomia appoggiati su uno strato di argille, per cui il fenomeno del crollo è comprensibile. Una decina di anni fa era accaduta la stessa cosa sul versante ovest del gruppo, che guarda verso il rifugio Scoiattoli; allora era venuto giù un campanile di una quindicina di metri. Una cosa così, come quella accaduta in questi giorni, non si era però mai vista. E’ un peccato, perché su quella guglia, seppure così piccola, una trentina di metri soltanto, c’erano delle vie classiche, degli anni Venti, degli anni Sessanta, oltre a quattro vie sportive moderne. Era molto apprezzata e frequentata dagli alpinisti e dai climbers: mi chiedo che cosa sarebbe successo se fosse crollata l’estate, quando lì è pieno di gente”.

I geologi avvertono: alcuni gruppi montuosi, tra cui molti complessi rocciosi sulle Dolomiti, possono presentare situazioni a rischio per il fatto che poggiano proprio su basi instabili, cioè argille rosse che a fine inverno, impregnate dell’acqua dovuta alla fusione delle nevi, diventano instabili. E’ esplicito l’invito ad arrampicarvi solo quando tali argille sono asciutte (estate inoltrata) o quando il terreno è completamente gelato.

L’immagine delle Cinque Torri , la classica visuale da Cortina, non è cambiata, l’immagine è sempre quella di cinque blocchi che si stagliano contro il cielo, a ovest. La Trephor era troppo piccola, spariva contro le torri più grandi alle sue spalle. Eppure era stata anch’essa protagonista di qualche pagina dell’alpinismo sulle Dolomiti Ampezzane: su quella torre salirono Angelo Dibona, Angelo Verzi, Luigi e Pietro Apollonio nei tempi eroici dell’alpinismo ampezzano, seguiti negli anni Sessanta da Paolo Michielli Strobel, che oggi gestisce un rifugio lì sotto, a pochi passi, ed il compianto Marino Bianchi.

Negli ultimi tempi, cambiate le mode, sono stati tracciati quattro itinerari, con difficoltà sino al 6C+, con elevate, ma divertenti, difficoltà tecniche e sportive.







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